A Quarto Grado rivelata una novità importante sul delitto di Garlasco: l’impronta 33 è stata completamente consumata.
Il mistero attorno al delitto di Garlasco continua ad alimentare interrogativi, a distanza di anni. La trasmissione “Quarto Grado” ha lanciato un’esclusiva destinata a riaccendere il dibattito sul caso. Al centro dell’attenzione torna la famigerata impronta 33, una traccia individuata sulla parete vicino al corpo di Chiara Poggi, considerata dagli inquirenti potenzialmente decisiva. E proprio su questo punto è arrivata la rivelazione importante.
Durante l’ultima puntata del programma di Rete 4, l’inviato ha annunciato un aggiornamento inatteso, ricevuto da poco: “Stasera vi diamo una notizia clamorosa, abbiamo ricevuto le indiscrezioni pochi minuti fa.” La tensione nello studio è salita alle stelle, ma è solo a fine trasmissione che sono emersi i dettagli più rilevanti.

L’impronta 33 e l’intonaco consumato
Secondo quanto svelato, l’intonaco su cui era stata rilevata l’impronta 33 sarebbe completamente sparito: “L’intonaco dell’impronta 33 sarebbe stato asportato interamente consumato durante le analisi dell’epoca da quello che abbiamo saputo, inizialmente venne fatta una lavorazione solo su una prima parte dell’intonaco, cercando di accantonarne un’altra, ma dopo gli esiti dubbi delle prime analisi si decise di utilizzare anche la seconda parte di quell’intonaco che evidentemente fu interamente consumato.”
Ciò che resta sono solo le immagini fotografiche del reperto. Questo significa che, qualora venisse ritenuto utile per l’accusa, si potrà lavorare solo su quelle: “Se così fosse la cosa più importante qual è? Si potrebbe lavorare esclusivamente sulle fotografie di quell’impronta.”
Le reazioni in studio e le possibili implicazioni
A commentare immediatamente la notizia è stato il conduttore Gianluigi Nuzzi: “Questa è una novità, cambia il peso su certe novità. È stato consumato tutto l’intonaco dall’impronta 33…”
In collegamento, l’avvocato di Andrea Sempio, ha rincarato la dose: “Non avevo dubbi, questi stanno continuando a fare i conti senza l’oste, dove sono i reperti di raffronto, dove sono, devono farmeli vedere, nelle aule dei tribunali questi reperti sono corpi di reato, su mia richiesta devo vederli, fino a che io non vedo i reperti per me è acqua fresca. L’intonaco non esiste più, le unghie non esiste più, cosa vogliono? Ci sono le foto? Facciamo il processo con le foto? Ma basta, io non ne posso più.”
La notizia finale è dunque inequivocabile: l’intonaco dell’impronta 33 non esiste più. Come ha sintetizzato il giornalista Umberto Brindani: “La notizia di Menga non credo sposti gli equilibri visto che l’indagine sta andando avanti da un anno e mezzo, la procura crede che ci siano più persone sulla scena del crimine, ci sono impronte non attribuite, i capelli nel lavandino, il posacenere sporco di cenere…” Il tutto come riportato da ilsussidiario.net
Resterà da capire se le foto dell’impronta potranno bastare per sostenere una tesi accusatoria. Ma una cosa è certa: un tassello fondamentale è andato perduto.
"Ho fatto un incubo: nel Fruttolo c'è il DNA di Sempio"
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A #Quartogrado le dichiarazioni di Massimo Lovati, avvocato di Andrea Sempio pic.twitter.com/OJQGC7v3Xv
"Questa è la giustizia del diavolo non della verità"
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A #Quartogrado parla Massimo Lovati, avvocato di Andrea Sempio pic.twitter.com/cB6IOtJZMH
"Il fatto è compiuto da una persona, ma si parla di concorso in omicidio per riaprire il caso"
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A #Quartogrado parla Massimo Lovati, avvocato di Andrea Sempio pic.twitter.com/NpUuBBf7bB